IMG 20160621 105242La Casa Famiglia di Pontasserchio ha visitato alla Certosa di Pisa, presso Calci, il più grande acquario d’acqua dolce d’Italia.

La nuova struttura si trova nel Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa che è ospitato all'interno della monumentale Certosa edificata nel Trecento e successivamente più volte modificata. La spettacolare esposizione, con i suoi oltre 500 metri quadri di ampiezza e gli oltre 60mila litri d’acqua, è organizzata in cinque settori con grandi vasche dedicate alle acque interne, tutta all’interno delle cantine trecentesche della Certosa. La penombra subacquea dei sotterranei, il silenzio delle voci smorzate dalle pareti, la memoria storica che questi corridoi ora nuovamente pieni di vita custodiscono, tutti questi elementi conferiscono alla galleria una suggestione senza uguali. IMG 20160621 110048Il primo settore dell'acquario di Calci è dedicato al Lago Tanganica e ai pesci delle sue scogliere. Il secondo vuole dare un quadro dell’evoluzione dei pesci, dalle razze ai pesci palla d’acqua dolce, dai pesci primitivi che hanno dato origine agli anfibi (come il dipnoo), al ritorno all’acqua, qui rappresentato dalle graziose tartarughe. Il terzo settore è dedicato alle coloratissime carpe Koi, mentre il quarto e il quinto danno spazio alla biodiversità IMG 20160621 111137dei pesci IMG 20160621 111639del mondo, con vasche dedicate all’Europa, all’Africa, all’Asia e all’America, che ospitano una grandissima varietà di specie. «Molti pensano che la biodiversità dei pesci ci sia solo in mare ma naturalmente non è così – dichiara Roberto Barbuti, direttore del Museo di Storia Naturale di Pisa – le nostre vasche colpiscono per varietà di forme e di colori, dai pesci alligatore, ai IMG 20160621 110650gourami giganti, che vivono nelle risaie asiatiche, ai piranha, fino al pesce gatto con la coda rossa che può superare anche i 20 chili di peso». L'acquario di Calci accoglie una biodiversità incredibile, con esemplari quasi unici, come i Phreatichthys andruzzii, dei piccoli pesci molto particolari, senza occhi, scaglie o pigmento originari delle grotte della Somalia, probabilmente già estinti in natura.«Un primo nucleo dell’acquario di Calci, con 24 vasche dai 700 ai 1.500 litri, era già presente al Museo dal 2008 - spiega Roberto Barbuti - l’attuale ampliamento è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Pisa, dell’Università e con un consistente investimento da parte del Museo stesso, grazie al quale abbiamo potuto installare altre dodici grandi vasche che vanno dai 3.000 ai 10.000 litri».IMG 20160621 111229

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