ficuzzaLa giornata di venerdì è iniziata con la visita a Real Casina di Caccia di Ficuzza, un palazzo reale sito nella frazione di Ficuzza, all'interno della Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza.

La Real Casina di Caccia fu costruita nel bosco della Ficuzza, a partire dal 1799 per il re Ferdinando III di Sicilia, che la volle come tenuta estiva da adibire alla caccia. Si caratterizza per la sua facciata rettangolare e severa : Ferdinando di Borbone vi visse ininterrottamente dal 1810 al 1813. L'edificio ha pianta rettangolare con prospetto dalle linee neoclassiche dell'architettura siciliana, sovrastato dal gruppo scultoreo del dio Pan e della dea Diana con al centro lo stemma borbonico. Sulla sinistra nella facciata vi è un grande orologio murale. Assieme alla palazzina vennero costruiti i fabbricati minori e la piazza centrale. Attorno a quest'ultima si sviluppò nel corso del tempo il piccolo centro. Nell'edificio si trovano camere, saloni di rappresentanza, cappella privata, cantina, oltre a stalle e magazzini “d'ordinanza”. Il mobilio originale fu distrutto durante i moti del 1820-21. Nel 1871 il palazzo e il relativo bosco, venne affidato all'Amministrazione forestale del Regno d'Italia, che amministrerà il bosco, la palazzina, la borgata e gli abitanti. IMG 20160527 WA0003Oggi è gestita dal Corpo forestale della Regione Siciliana. Il palazzo è stato riaperto al pubblico nell'aprile 2009: il 3 agosto 2013 la Regione Siciliana ha voluto utilizzare la struttura per istituire il "Museo multimediale del bosco di Ficuzza" dove viene messa in risalto l'enorme biodiversità del parco e la storia di Ferdinando IV di Borbone durante la sua permanenza a Ficuzza. La mattinata è proseguita con la scoperta di un'altra bellissima perla siciliana, il Centro Regionale siciliano per il recupero della Fauna Selvatica, nato nel 1994 grazie a LIPU e all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Il Centro ricovera 1800 animali l’anno, ed è gestito da volontari tra cui l’attiva e preparata Annamaria; si trova nella Riserva Naturale del Bosco della Ficuzza, un vasto ed esteso altopiano boscoso di circa 7400 ettari di cui 5400 di riserva intergrale ed i restanti di preriserva. La riserva è dominata dal profilo maestoso della Rocca Busambra, bastione roccioso e frastagliato che dona al paesaggio un aspetto austero, ma ricco di fascino. La riserva naturale era un tempo riserva reale di caccia di Re Ferdinando IV di Borbone, che vi edificò anche la sua residenza estiva, il Palazzo Reale di Ficuzza. Il centro, accoglie gli animali selvatici vittime di bracconaggio o di traumi accidentali.lipu Dopo un veloce pranzo al sacco non poteva mancare il gustoso e superlativo cannolo della Piana degli Albanesi,IMG 20160527 WA0002 Nel pomeriggio i nostri viaggiatori si sono diretti a Portella della Ginestra dove il primo maggio del 1947, durante la Festa del Lavoro, alcuni banditi spararono sulla folla e uccisero 12 persone,ferendone più di 30. In quella circostanze si compì la strage di Portella della Ginestra: per molti, il primo grande mistero dell'Italia repubblicana. I colpi, come si seppe in seguito, furono sparati da Salvatore Giuliano, il leggendario bandito d Montelepre, protagonista del dopoguerra criminale in Sicilia e dalla sua banda; non si è mai saputo, invece, il movente di quell'eccidio, chi lo abbia ordinato e chi abbia coperto le indagini successive. A raccontare l'episodio ai nostri ospiti, l'ultimo superstite della strage, Serafino Petta, il quale ha letto i nomi delle persone uccise. Il rientro serale a Corleone è stato accompagnato da una deliziosa cena preparata da Lina e Franco che hanno deliziato il palato con la mitica cassata siciliana. La giornata si è conclusa con la consegna della targa del Sindaco di Cascina per manifestare la vicinanza al progetto : "Agli operatori di legalità di Corleone per l'impegno quotidiano nel promuovere una cultura fondata sulla legalità e sulla giustizia sociale " " Eccoci arrivati alla conclusione del viaggio con la cooperativa PAIM di Cascina. - dice Maurizio Pascucci, Presidente dell'Associazione Fior di Corleone - Conclusione non significa fine perché con queste meravigliose persone vogliamo continuare a fare. C'è tanto bisogno di loro, dei lori sguardi, dei loro pensieri. Semplici ma profondi. Un ringraziamento va oggi a tutti loro: tra questi, un ringraziamento particolare a Fabrizio Damiani, uno dei migliori coordinatori di Liberarci dalle Spine. È riuscito a coinvolgere il suo ambiente di lavoro in una missione complessa. Per Corleone la loro presenza non è passata inosservata. Per la cooperativa Lavoro e Non Solo un consolidamento dell'impegno sociale; per Fiordicorleone l'inizio di un percorso. In una società dove tutto è merce e immagine la loro presenza ci ha aiutato molto a vivere momenti di serenità. "IMG 20160527 WA0006

NEWS