IMG 20160524 WA0001Il sole sorge presto a Corleone e la mattinata dei nostri viaggiatori si è svolta visitando un terreno di 7 ettari coltivato a pomodori confiscato ai nipoti di Totò Riina dove Salvatore Ferrara, socio della Cooperativa Lavoro e Non Solo, ha spiegato ai nostri ragazzi i tempi di semina, la raccolta di pomodori e come vengono lavorati biologicamente.

" Si sceglie di schierarsi da una parte e non dall'altra, da queste parti. - racconta Salvatore Ferrara - E lo si fa con una certa fatica, perché se l'idea che spinge migliaia di giovani da tutta Italia a venire qui a lavorare nei campi confiscati a Cosa Nostra, per dimostrare che un'altra Italia è possibile, l'obiettivo di sintonizzare sulla stessa lunghezza d'onda l'intera comunità cittadina, è ancora lontano. E comunque si suda tutti i giorni per zappare, sfoltire erbacce, legare viti. Ma si vede che la stanchezza fisica si stempera con la forza delle idee, che ormai hanno messo radici nella coscienza di ragazzi di tutta Italia, poco più che adolescenti, che arrivano qui di continuo, spesso anche un po' emozionati per occupare le stesse stanze dei boss mafiosi, e un po' con la voglia di partecipare ad un riscatto morale e civile, che acquista un valore enorme, in un luogo-simbolo come questo, dominio assoluto dei Riina."pomodori" Scegliere Corleone per un'esperienza di vita così forte e densa di emozioni, per giovani di 16 - 18 anni, è di per sé un buon indizio di crescita e di maturazione. Soprattutto se con gli atti concreti quotidiani si riesce ad andare al di là dei simboli e dell'antimafia ideologica; il lavoro nei campi è una partita altrettanto importante e simbolica come la nostra presenza qui: l'altra sfida che ci imponiamo è infatti quella di dimostrare alla gente che un sistema diverso di rapporti si può praticare, ci si può liberare dal cappio dell'economia mafiosa per decidere, una volta per tutte, di far crescere il germe di un'economia sana, fuori dalle logiche prepotenti di Cosa Nostra". Dopo è seguita la visita al laboratorio per il confezionamento dei legumi dove Salvatore ha spiegato tutti i macchinari presenti.IMG 20160524 WA0002 Nel pomeriggio, insieme a Cosimo Lo Sciuto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, i nostri ospiti si sono recati alla Cappella di Placido Rizzotto dove è sepolto anche Bernardino Verro e qui hanno potuto ascoltare la storia di questi due eroi. Placido Rizzotto, sindacalista e politico, iniziò la sua attività come segretario della Camera del Lavoro di Corleone; esempio di rettitudine e coraggio, dedicò la propria vita alla difesa degli ideali di giustizia e democrazia lottando contro la mafia e lo sfruttamento dei contadini perdendo la vita a soli 34 anni in un agguato ad opera di esponenti mafiosi corleonesi. Bernardino Verro, anche lui sindacalista, iniziò la sua carriera nell'ambito del movimento dei Fasci Italiani con la finalità di riscattare le classi sociali meno abbienti. Divenne capo del Fascio di Corleone e ne fu il primo sindacalista socialista. All'interno della Cooperativa " Unione Agrigola" varò un vasto progetto di ammodernamento dell'agricoltura e venne assassinato dalla mafia per la sua attività, svolta ad un'equa redistribuzione del latifondo. Infine un'ottima degustazione con i produttori Fior di Corleone e una cena con Dino Paternostro, responsabile Legalità della Camera del Lavoro di Palermo.IMG 20160524 WA0023

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