IMG 20160522 WA0000La prima giornata del Campus a Corleone ha visto gli ospiti della CF Marciana e i ragazzi della RSD Borgo dei Colori di Lorenzana recarsi alla Casa Memoria di Peppino Impestato a Cinisi

: hanno seguito con attenzione e interesse la sua storia e quella della madre, Felicia. Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato nasce nella primavera del 2005 a partire da esigenze emozionali, per parafrase un’espressione di Peppino, e dal bisogno di diffondere la verità e chiedere giustizia contro la violenza mafiosa. Mamma Felicia è stata la prima donna entrata a far parte, dopo il matrimonio, di una famiglia mafiosa che, in seguito alla tragica perdita del figlio, ha deciso di ribellarsi ai dettami della cultura dell’omertà e all’imposizione del silenzio aprendo le porte della sua casa a quanti fossero interessati a disvelare parte degli aspetti più corrotti della nostra società e dell’apparato istituzionale, semplicemente ascoltando le sue semplici e decise parole e i suoi racconti. Felicia è scomparsa il 7 dicembre del 2004 dopo un lungo ed estenuante percorso per ottenere giustizia per il figlio Peppino lungo il quale ha sempre proseguito superando anche la stanchezza, la paura, la debolezza fisica, senza mai arrendersi di fronte agli innumerevoli ostacoli e alla sfacciataggine di chi, pur appartenendo al mondo istituzionale, ha più spesso tentato di cancellare la memoria di Peppino e di sporcarla, accusandolo di terrorismo o di aver commesso un suicidio eclatante.IMG 20160522 WA0003 La condanna di Gaetano Badalamenti, boss di Cinisi e bersaglio delle continue denunce e dell’impegno politico di Peppino, è arrivata solo nel 2002, 24 anni dopo l’assassinio. Il 7 dicembre del 2001, invece, la Commissione Parlamentare Antimafia ha consegnato a Felicia sulla porta di Casa Memoria la relazione approvata all’unanimità che riconosceva le responsabilità di magistrati ed alte cariche delle forze dell’ordine nel depistaggio delle indagini sul Caso Impastato. Felicia ha, quindi, portato a termine il suo compito e ci ha lasciato, non prima di aver strappato la promessa che le porte della sua casa avrebbero continuato ad essere aperte. Casa Memoria è oggi un “altare laico”, come lo definisce Umberto Santino, presidente del Centro Impastato, un luogo di memoria e di divulgazione della verità e della cultura, un avamposto della resistenza contro il potere e contro la mafia, la testimonianza concreta di un’esperienza di lotta senza remore, di un’intera vita spesa con coraggio e determinazione. Dopo questa intensa visita è seguita la sistemazione a Casa Caponnetto, bene confiscato ai nipoti di Toto Riina e l'incontro con Calogero Parisi, Presidente della Cooperativa Lavoro e Non Solo con il quale i nostri compagni di viaggio Paim hanno cenato.IMG 20160522 WA0002

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