imagesIl linguaggio verbale è in noi ancor prima della nascita. Qualora intervengano fattori congeniti (sindromi, virus, ereditarietà ecc.), traumatici (emorragia cerebrale, anossia …), ambientali (deprivazioni di ogni tipo) a creare complicazioni, l’ordine naturale delle cose viene compromesso.

La musica è, per eccellenza, l’arte che suscita emozioni ed è all’origine del nostro stesso vivere. Non ci sono controindicazioni al dialogo con suoni, ritmi, movimento. L’improvvisazione musicale clinica al pianoforte, attraverso la risonanza corporea (essere a contatto diretto con i suoni), offre l’opportunità per ritrovare le memorie originarie apprese nella prima orchestra. La risonanza all’interno del grembo materno e nella vita di ogni giorno, è il co-vibrare con il mondo. Non possiamo sottrarci a questo covibrare. Improvvisare è creare la musica che si nasconde in un gesto, in un’intonazione vocale. Improvvisare è creare la musica per rispecchiare, favorire, accompagnare, condurre una persona a non sentirsi sola, per andare verso processi naturali di cambiamento e trasformazione. I neuroni mirror sono in atto nel musicoterapeuta e nella persona di cui egli si prende cura. Nasce il dialogo. Ogni persona, attraverso tutta se stessa, è una Partitura Vivente. Verbale e non verbale sono l’intreccio della relazione interpersonale in musicoterapia. Corpo, gesto, voce sono le note della partitura vivente che il musicoterapeuta può leggere. Non si tratta di interpretare. E' lettura. La lettura è priva di giudizio. La lettura rispetta i gesti dell’altra persona, il suo tono energetico, le sue emozioni. La lettura conduce la persona a sentirsi ascoltata. L’ascolto è privo di giudizio. A queste condizioni accade qualcosa di nuovo, accade il divenire che crea la comunicazione, che conduce verso qualcosa dove "io" e "tu" diventano "noi". La lettura della musicalità che la persona esprime con il suo corpo, con la postura, con i movimenti, con i comportamenti psico-senso-motori permette di trovare spunti musicali da utilizzare con lui. La Musicoterapia ha come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita, oltre a rivitalizzare l’umore, ridurre l’aggressività e, ovviamente, stimolare la memoria , l'attenzione, la concentrazione dilatata nel tempo. Inoltre la Musicoterapia fovorisce: socializzazione; modificazione dello stato umorale della persona e contenimento di manifestazioni d’ira e di stati di agitazione; contenimento dell’aggressività, del Wondering (vagabondaggio afinalistico) e degli stati ansiosi-depressivi; aiutare l’ospite a soffocare il proprio compatimento e a distogliere l’attenzione dai disturbi somatici; accrescimento dell’autostima e della considerazione di se stessi; riattivazione della memoria musicale ed emozionale: recuperare il presente attraverso la rivisitazione e la riappropriazione dei ricordi; indurre un comportamento musicale attivo (suonare uno strumento) per favorire il mantenimento delle abilità motorie, anche attraverso movimenti semplici del corpo; costruzione di una relazione empatica tra musicoterapeuta e paziente e tra pazienti e pazienti ( socializzazione di gruppo). L’importanza di introdurre la Musicoterapia nella riabilitazione dell’Alzheimer è supportata da una serie di studi scientifici che hanno valutato attentamente le condizioni degli anziani durante e dopo ogni seduta: in generale si osserva che si riducono i sintomi più invalidanti della malattia e, pur sottolineando le improvvisazioni strumentali non hanno alcuna pretesa di guarire, è palese che la partecipazione regolare alle sedute, soprattutto per pazienti ancora autosufficienti, aiuta a rallentare i processi degenerativi e migliora le condizioni generali. Ciò è ampiamente supportato anche dalle schede di valutazione compilate al termine di ogni seduta, dalle quali emerge chiaramente che la musicoterapia ha effetti benefici sui malati, in particolare: si riscontrano comportamenti socialmente accettabili e coerenti rispetto al contesto: manifestazioni di applausi, verbalizzazioni dotate di senso compiuto, comportamenti orientati verso il contatto fisico, interazioni con gli altri, socializzazione, formazione di gruppi e loro conduzione; si registrano modificazioni significative della sfera emotiva e dell’umore della persona, che vive la seduta come momento di divertimento, di soddisfazione e di benessere; gli episodi di Wondering a volte vengono inibiti dalla presenza della musica e del musicoterapeuta, che trasmettono al paziente tranquillità e sicurezza; l’aggressività trova sfogo creativo nella musica suonata dal paziente, che così aumenta il proprio livello di autostima e fiducia in sé stesso, attenua atteggiamenti ansiogeni e ripetitivi, diventando meglio gestibile; le sedute di Musicoterapia non sono orientate soltanto al passato, ma indagano anche la capacità di creare in modo estemporaneo nuovi ritmi e nuove melodie. La persona demente accetta l’improvvisazione inserendovisi in modo cosciente, dimostrando di possedere ancora una dose significativa di creatività che emerge in modo palese durante gli incontri; i pazienti danno prova, a vari livelli, di possedere una competenza musicale rilevante che si manifesta nella pratica strumentale e nell’esecuzione : i malati ricordano intere canzoni appartenenti al loro bagaglio culturale ; ciò accelera ad esempio il recupero della parola negli afasici; il musicoterapeuta instaura una relazione significativa col paziente: la musica permette di creare un dialogo sonoro che il soggetto è in grado di gestire a un livello di comunicazione non verbale .

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