20161123 104719Storia e memoria si uniscono in questa nuova mostra che Palazzo Blu dedica all'alluvione del '66 quando l'Arno invase la città.

L'importanza di questa mostra è molta: intere generazioni non sanno quello che successe ed è appunto con una retrospettiva simile che si può restituire alla memoria il giusto ruolo. All'epoca infatti, il 4 novembre 1966,  dopo avere devastato Firenze la piena dell’Arno arrivò a Pisa nel pomeriggio. Poche ore prima era stata Pontedera ad essere invasa dall’Era le cui acque non venivano più ricevute dall’Arno e, in seguito a una falla nell’argine a Ponticelli, erano state sommerse le zone industriali di Castelfranco e Santa Croce. A Pisa, 20161123 105022come molti ricordano, il 13 novembre crollò il ponte Solferino, forse il più bel ponte cittadino e il Lungarno Pacinotti dove dal 2 al 7 febbraio 1967 si spalancò una enorme voragine, minato alle fondamenta dalla prolungata pressione della piena di tre mesi prima. Le paratie montate sulle spallette dei Lungarni non furono sufficienti a contenere la massa d’acqua che dilagò nel centro portando con sé fango e detriti. Per non parlare poi della Piaggio di Pontedera, che come molti si ricordano restò chiusa per più di un mese. Una mostra - ricordo insomma dove il visitatore si trova immerso nei ricordi di quei giorni che solo 50 anni fa cambiarono, in parte, anche il volto della nostra città.  La mostra si avvale di una documentazione straordinaria tratta dall’archivio di Luciano Frassi, oggi proprietà della Fondazione Pisa e assegnato in uso a Palazzo Blu per le esposizioni. Fotoreporter pisano attivo per oltre mezzo secolo, nei giorni dell’alluvione Luciano Frassi scattò centinaia e centinaia di foto non solo a Pisa ma anche a Pontedera, Santa Croce e Castelfranco. Le immagini di quel lungo reportage sono oggi indispensabili per capire cosa veramente accadde il 4 novembre 1966 e nei giorni successivi e formano un racconto dal quale non può prescindere nessuna delle iniziative rievocative messe in cantiere per questo anniversario. La mostra è stata curata dal giornalista Giuseppe Meucci, che di quegli eventi fu testimone e cronista e dallo storico dell’arte Stefano Renzoni. Arricchiscono la serie di fotografie di Luciano Frassi alcuni rari filmati amatoriali e altri, raccolti da Lorenzo Garzella per Acquario della Memoria, con il contributo di Fondazione Sistema Toscana, Toscana Energia e Saint-Gobain Glass Italia. 20161123 110229Villa Isabella, che da sempre pone un'attenzione particolare alla stimolazione cognitiva dei propri ospiti con il progetto memoria, ha partecipato alla mostra con entusiamo e Itala, Erina, Ultilo e Giuliana hanno potuto assaporare una mattinata all'insegna del ricordo, sempre ben presente dentro di loro in quanto se la memoria a breve termine nella terza età viene maggiormente compromessa , la memoria remota consente di ricordare fatti anche lontani nel tempo con estrema semplicità. Palpabile l'emozione dalle loro parole. " Sono state giornate drammatiche.  - racconta Itala guardando il video - Me le ricordo come se fosse ieri; eravamo increduli di fronte a tanta devastazione e ci davamo tutti da fare, nel nostro piccolo, per ricostruire la nostra città colpita all'improvviso da una catastrofe così violenta. " " La città era diventata un gigantesco stagno di fango e sudicio ; - continua Ultilo - il centro era completamente allagato, tutte le botteghe rovinate, le automobili portate via dal fiume, animali morti per strada. Ci rendemmo subito conto che il dolore doveva lasciare il posto alla consapevolezza di farci forza insieme per ripartire da zero. " 20161123 104614

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