La giornata a Villamare è scandita dal ricco programma terapeutico che prevede la riabilitazione nutrizionale, le sedute di psicoterapia individuale e di gruppo, i colloqui con i medici, le sedute di fisioterapia ed i laboratori educativi.

Quest’ultimi, gestiti da un’educatrice hanno l’obiettivo di coinvolgere gli ospiti in attività distraenti che possano favorire la socializzazione nel gruppo, migliorare le capacità di gestione del tempo libero e sviluppare l’apprendimento di abilità utili al benessere psicosociale.

In particolare all’interno del Laboratorio Artistico al fine di potenziare le capacità creative, è prevista la sperimentazione e l’uso di materiali diversi, secondo le preferenze del gruppo: pitture di vario genere, fimo, creta, decoupage, creazione di gioielli, cucito e ricamo.

Riuscire a partecipare attivamente a tali attività, per gli ospiti di Villamare è particolarmente difficile perché il mindset del disturbo alimentare li porta a rimanere focalizzati su preoccupazioni che riguardano l’alimentazione, il peso e le forme del corpo e impedisce loro di prestare attenzione alle attività da svolgere. Infatti il laboratorio d’arte tenta di essere un’attività distraente il più possibile piacevole e proprio per questo motivo cerca di andare incontro alle attitudini personali delle pazienti ed è lasciata libera scelta sull’utilizzo dei materiali e sull’elaborazione dei prodotti.

Tipicamente il mindset attivo del disturbo alimentare porta la persona a mettere in atto dei comportamenti disfunzionali al fine di ridurre l’ansia dettata dai pensieri e dalle preoccupazioni su alimentazione, peso e forme del corpo, che a lungo termine non fanno che mantenere il problema alimentare. Per questo il laboratorio mira a distrarre la persona da tali preoccupazioni e a far passare del tempo utile affinché l’impulso a mettere in atto comportamenti disfunzionali si riduca e la persona riesca via via a gestirlo sempre meglio.

Un obiettivo della terapia cognitivo comportamentale è che la persona riesca a diventare terapeuta di se stessa, cioè impari a riconoscere l’attivazione del mindset del disturbo alimentare e a decentrarsi da esso: all’interno di questo quadro di riferimento il laboratorio d’arte tenta di essere un’attività alternativa che aiuti la persona nel raggiungimento di questo importante obiettivo terapeutico, anche con l’aiuto della dimensione del gruppo.

E proprio quando un ospite diviene consapevole di questo scopo che passa da un timido coinvolgimento ad una partecipazione attiva talvolta con richieste di nuovi materiali, sperimentazioni e progetti. Spesso queste richieste che potrebbero sembrare semplici proposte sono per noi la prova di un buon “ingaggio” nel percorso terapeutico e quindi un positivo predittore di successo del trattamento.

 

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