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Molti equivocano sul significato di animazione in casa di riposo; si pensa al divertimento, allintrattenimento, alle festeSì, animare è questo, ma può avere una valenza anche molto più profonda.

" Essere animatori significa esprimere, (vale a dire spremere fuori, tirare fuorida sé), dare vita e forma al significato della parola Animus - spiega il musicoterapista Marco Grigoletto - Occorre essere coscienti del fine del proprio operato, non solo possedere una conoscenza tecnico-teorica, e comunicare in modo equilibrato, essendo sempre al servizio degli altri. Se un animatore si limita ad avere una mera conoscenza, seppure approfondita, di diverse tecniche, non mette in gioco nulla che faccia parte di sé e della propria personalità; se riesce, invece, ad essere, può anche comunicare. Nelle RSA è essenziale per le persone anziane sentirsi accolti e ascoltati; lintervento animativo comincia da qui." " Lanziano ha il diritto dovere di essere se stesso: lanimatore può incominciare una relazione daiuto prima di tutto riflettendo su di sé ed entrando in sintonia con i propri fini; solo in una prospettiva di profonda comprensione e rispetto della condizione di ospite” è possibile iniziare una comunicazione e intraprendere un cammino. - continua Grigoletto - Chi abbia avuto modo di entrare in contatto col mondo della terza età può facilmente rendersi conto delle difficoltà che si incontrano, volendo in qualche modo aiutare lanziano a riscoprire se stesso. Paradossalmente, accade che lanimatore venga a provare in prima persona, seppure con altre motivazioni di fondo, il senso di frustrazione che tocca da vicino lanziano. Per quanto riguarda luso della musica in terapia la musicoterapia rappresenta uno strumento molto potente soprattutto per la sua valenza evocativa e regressiva. Fare o ascoltare musica, infatti, attiva le zone ipotalamiche del cervello legate ai più antichi meccanismi di sopravvivenza, mentre il ritmo riporta al contatto con il ritmo cardiaco materno in fase intrauterina. La musica, cioè, introduce la persona in unatmosfera psicologica dove la relazione con gli aspetti coscienti di sé si indebolisce permettendo di entrare in contatto con le parti più profonde della psiche. Inoltre, la musica facilità il rilassamento sia fisico che mentale e migliora tutta una serie di funzioni fisiologiche, come la respirazione, il battito cardiaco e la pressione sanguigna." " Anche la musica può essere usata in terapia sia in forma attiva, cioè producendo musica con diversi strumenti (di solito le percussioni), che passiva, cioè lasciandosi cullare dalle note di brani musicali scelti dal terapeuta a seconda delle finalità terapeutiche. Lo scopo, in generale, è quello di aiutare il soggetto ad esplorare i vissuti emotivi derivati dal contatto con la musica e rielaborare le immagini e i ricordi suscitati. - conclude il musicoterapeuta -  Molti studi hanno dimostrato il duplice effetto psicoterapico della musica sia nell'ambito fisiologico che psichico. La musica evoca sensazioni, stati d'animo, può far scattare meccanismi inconsci e aiuta a rafforzare l' io. Può aiutare a sbloccare repressioni e resistenze permettendo agli impulsi ed ai complessi che producono conflitti e disturbi neuro-psichici di affiorare a livello di coscienza. La musica è un mezzo di comunicazione anche là dove le parole divengono inaccessibili. Essa permette infatti di comunicare attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale. I principi base della pratica musicoterapeutica sono: Il fatto che lospite è assolutamente parte attiva della terapia; la centralità del rapporto di fiducia fra docente e ospiti; l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta. La Musicoterapia   si basa  sull'applicazione di tecniche che prevedono una partecipazione creativa sia dei soggetti diversamente abili sia del docente. Tra le tecniche maggiormente usate ci sono : l'improvisazione musicale ; il dialogo sonoro; il movimento sulla musica ; il canto e la vocalizzazione. " 

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