Per rendere l’esperienza emotiva più eterogenea è possibile aiutare l’anziano facendogli svolgere determinati esercizi che lo attivino su aspetti emozionali specifici attraverso differenti modalità espressive.

Il lavoro mirato sulle emozioni servirà a stimolare il contatto emotivo e la percezione di stati emotivi diversi nello stesso tempo: potenziare il ricordo e la conoscenza delle diverse emozioni, rinforzare la memoria e la produzione linguistica, importanti per l’espressione verbale delle emozioni provate, sollecitare la condivisione e il benessere. Un esempio di esercizio che stimola il contatto e la consapevolezza emotiva è quello in cui si chiede all’anziano di colorare il nome di alcune emozioni e poi di spiegare a voce, o scrivendolo, il motivo di quell’abbinamento. Questa attività è tanto semplice quanto importante perché aiuta la persona anziana a collegare i colori alle emozioni e le emozioni ai significati personali. Inoltre, si amplia il ventaglio di ricordi emozionali rispetto a quello che solitamente esprime. Di fatto, le persone in terza età tendono a rievocare quasi sempre gli stessi vissuti che a loro volta sono connessi ad un ristretto gruppo di emozioni. Sovente l’anziano esprime emozioni primarie di dolore, di gioia, di paura, di rabbia mediante il collegamento a determinate esperienze avute in passato; difficilmente egli parlerà degli eventi verbalizzando emozioni più complesse come quelle di imbarazzo, speranza, rassegnazione, offesa, delusione e se lo farà sarà in modo minore o senza neanche contattare appieno quella emozione tanto è preponderante l’altra. Quanto appena espresso aiuta a comprendere che facilitare il contatto emotivo eterogeneo nell’anziano è parte integrante del lavoro di stimolazione delle abilità cognitive residue. Nel lavoro di riabilitazione cognitiva (cioè di potenziamento delle abilità mentali come la memoria, il ragionamento, l’attenzione, il linguaggio) si sollecitano sia direttamente che indirettamente diverse emozioni nell’anziano. Si possono distinguere perciò due tipi di stimolazioni emozionali: stimolazione emotiva diretta quando l’attività è focalizzata principalmente sul lavoro emotivo; un esempio è l’esercizio descritto precedentemente sul contatto e la consapevolezza emotiva e stimolazione emotiva indiretta quando l’attività è centrata maggiormente su determinate abilità mentali e l’espressione emotiva ne è una reazione indiretta che sarà cura dell’operatore far riconoscere e verbalizzare alla persona anziana. Per esempio rimandandogli nel modo più opportuno la sua: contentezza nell’aver trovato subito le parole nell’esercizio di ragionamento; irritazione nel non capire immediatamente gli abbinamenti delle immagini nell’esercizio visuo-spaziale; sorpresa quando si accorge di ricordare più di quanto pensava negli esercizi di memoria. Se l’anziano lavora assieme ad altre persone proverà anche emozioni sociali, associate alla presenza dell’altro, e avrà modo di condividere quelle personali. Le emozioni colorano la vita e contattarle arricchisce la persona, attraverso un lavoro mirato si darà modo alla persona in terza età, a cui si sta alterando la consapevolezza emotiva, di sperimentare intensità diverse, di dare un nome a ciò che sta provando e di ampliare il proprio interesse verso gli altri.Ecco alcune delle attività occupazionali svolte al centro diurno Pagnini di Bientina dagli operatori in collaborazione con alcuni ospiti.

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