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DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA E ATTIVITÀ MOTORIA NEL SOGGETTO EPILETTICO

Michele Lisanti : " Distorsione alla caviglia: bisogna saper rispettare i tempi di recupero"
Renato Galli: " Lo sport non è un limite ma un trampolino di lancio oltre l'epilessia "

Distorsione alla caviglia e attività motoria nel soggetto epilettico sono gli argomenti trattati da GeoSalute nella seconda puntata di giovedì 31 marzo. Vi invitiamo a prendere visione del video disponibile sul sito

A parlare di argomenti così delicati, il Professore Michele Lisanti, responsabile del reparto di 1° Ortopedia Universitaria dell'Azienda Ospedaliera Pisana e Renato Galli, Direttore U.O.C Neurofisiopatologia P.O Felice Lotti di Pontedera. Il più frequente trauma muscolo scheletrico dell'arto inferiore ovvero la distorsione alla caviglia è un fenomeno dilagante tra gli sportivi. " E' un traumatismo che avviene in seguito ad un movimento brusco e che eccede le possibilità di movimento della caviglia. Il piede appoggia in modo non corretto sul terreno correndo, cadendo male dopo un salto o incontrando un ostacolo. - spiega il Professor Lisanti- Gli sport che maggiormente danneggiano questa parte del corpo sono il calcio in primo luogo, il basket e poi il volley. La gravità del danno può variare da persona a persona; – continua – possiamo avere una lesione di primo grado, secondo o terzo a seconda che il legamento si sia appena stiracchiato, un po' interrotto o interamente interrotto. Se raggiungiamo il terzo grado abbiamo una vera lesione importante: insieme al legamento si rompe una piccola arteria e si forma un vistoso ematoma che nelle ore successive diventa violaceo. I fattori di rischio da tenere in considerazione sono l'età, la morfologia del piede, i disturbi posturali così come precedenti distorsioni, il sovrappeso e ultima, ma non per importanza,la mancanza di un'adeguata preparazione fisica. Dobbiamo tenere presente inoltre anche i fattori legati all'ambiente e ai materiali estrinseci: la superficie di gioco, le condizioni meteo, le calzature e il tipo di sport e competizione che ci espone maggiormente a questo tipo di infortunio." "Con l'algoritmo Price racchiudiamo tutte le fasi necessarie grazie alle quali è possibile limitare notevolmente i danni: - spiega Lisanti – protection ovvero protezione, rest come riposo o immobilità, ice cioè ghiaccio, compression, compressione della caviglia con un bendaggio ed elevation, elevazione per non farla gonfiare. Dopo questa prima fase c'è bisogno di una corretta diagnosi: per grosse distorsioni occorre una radiografia. Se la distorsione è stata importante non bisogna sottovalutarla. Il recupero è tutto per la distorsione alla caviglia: bendaggio compressivo, tutore, procedure strumentali che devono ridurre il dolore, guidare la riparazione dei tessuti lesi. E' di fondamentale importanza affidare il professionista ad un fisioterapista. Per una piccola distorsione lieve si stimano due settimane di recupero, per una di secondo grado, tre settimane fino ad arrivare ad una rottura legamentosa importante che richiede un riposo anche di tre mesi. Normalmente nello sportivo di medio- basso livello il trattamento è per lo più fisioterapico. Il nuoto, ad esempio, a differenza della corsa che può risultare invasiva, è un movimento senza carico che aiuta e guida la riparazione tessutale. " Dopo due brevi interviste al difensore del Pisa, Dario Polverini e al centrocampista , Ignacio Lores Varela che hanno raccontato la loro esperienza diretta con questo tipo di incidente sul campo da gioco, siamo passati a parlare di epilessia e di sport. " Per parlare di epilessia conclamata è necessaria la ricorrenza di crisi epilettiche ravvicinate nell'arco di 24 ore. - interviene il Professore Renato Galli - L' 80% dei pazienti che si sottopongono ad una terapia antiepilettica adeguata non vede più il manifestarsi di tali crisi. Il restante 20% è lo zoccolo duro: sono stati sintetizzati nuovi farmici antiepilettici, ma come efficacia niente è cambiato rispetto ai primi farmaci. E' cambiata piuttosto la tollerabilità." "In passato era un ossimoro parlare di epilessia e sport.- continua Galli - Oggi non è così ed è un tema molto sentito: il soggetto con epilessia ha il diritto di beneficiare di una sana e regolare attività sportiva. E' necessaria la collaborazione tra medico dello sport e neurologo per chiarire le indicazioni allo sport che deve essere praticato in sicurezza e serenità. " " Lo sport e l'attività fisica hanno effetti positivi neurologici, medici e psicosociali nelle persone con epilessia in quanto possono ridurre la frequenza delle crisi e la depressione, aumentano l'autostima, migliorando le funzioni cognitive: attività aerobiche come corsa, camminata, jogging, cyclette possono essere effettuate senza restrizioni mentre gli sport d'acqua possono essere considerati sicuri se vi è una buona supervisione."

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