20161012 150706Il calcio come veicolo di integrazione, per abbattere pregiudizi e " parlare " tutti la stessa lingua. E' la mission del progetto Sport IT generation , nato da un'idea della Paim, che vede scendere in campo gli atleti della Bellaria Solidarietà, del Centro Diurno La Luna Azzurra insieme ai profughi di Piaggerta.

" L'idea risale a qualche anno fa, quando abbiamo iniziato a lavorare con alcuni ragazzi con scompensi psichiatrici di provenienza africana facenti parte della Comunità senegalese di Pontedera : - spiega Christian Martini, referente del Centro diurno La luna azzurra e Presidente della Bellaria Solidarietà -  mettemmo in atto , trovando difficoltà ad attuare la nostra metodologia tradizionale di cura per usi e tradizioni lontane dalle nostre , un approccio terapeutico diverso attraverso lo sport ottenendo grandi risultati nella limitazione dei danni. Abbiamo quindi pensato con Sport IT generation di riproporre lo stesso approccio, pur non avendo a che fare questa volta con problematiche mentali da parte dei dieci migranti di Piaggerta che per due volte a settimana si confrontano con i nostri ospiti nel calcio, nel rugby e nello scherma qui alla Polisportiva Bellaria :  crediamo che sia, per questi ragazzi, il modo migliore di inserirsi nel tessuto sociale, che vuole e tiene all'integrazione dei profughi. La situazione si è come ribaltata:  - continua Christian Martini - sono loro che vengono a sostenere le nostre attività; hanno sì bisogno di solidarietà e di accoglienza ma allo stesso tempo rappresentano una grande risorsa per i nostri pazienti: è un do ut des spontaneo quello che si viene a creare da questa sinergia che rinforza lo spirito di gruppo mischiando il sudore, il divertimento, la lingua, le tradizioni. " " Questi ragazzi sono molto orgogliosi di far parte di questo progetto : - interviene Giancarlo Freggia, Presidente della Cooperativa sociale Paim - hanno dimostrato sin da subito disponibilità e grande empatia nel capire il contesto in cui si trovano a giocare, mettendo da parte l'esuberanza e la fisicità che spesso li caratterizza. Queste cose fanno bene non solo al calcio, ma anche al sociale: un valido esempio di valorizzazione del capitale umano, un modo semplice e convincente per osservare che l'altro non è diverso da noi anche perché vive le nostre stesse passioni. Una goccia in mezzo al mare dei problemi di chi cerca di inserirsi in un tessuto sociale che raramente offre pari opportunità e possibilità di compartecipazione. Una iniziativa, dunque, capace di evidenziare gli aspetti positivi dello sport, elementi capaci di abbattere ogni forma di barriera interculturale amalgamando individui di diversa origine e nazionalità." 20161012 150423

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